INTRODUZIONE ALLA LETTERA DI PAOLO AI CRISTIANI DI FILIPPI
Caratteristiche principali
Il testo manifesta il grande affetto
che c'è tra l'apostolo e i cristiani lontani da lui. La
familiarità, l'amicizia, il desiderio di un prossimo incontro sono
sentimenti che prendono molto spazio. Il tono generale è ottimista: viene
richiamato un passato felice; il presente è descritto come fruttuoso
nonostante le difficoltà il futuro rappresenta una prospettiva
entusiasmante. Il tutto è giudicato dal punto di vista della fede e del
vangelo. Paolo dà notizie di sé e della propria situazione, ma al
tempo stesso esprime due importanti gruppi di idee: a) la certezza che, in ogni
caso, egli può rimanere unito a Cristo, e ciò conta più di
ogni altra condizione; b) l'invito insistente a vivere nella gioia, nel
coraggio, nell'unità e nello sforzo di imitare sempre più il
Signore. Evocando la figura di Gesù Cristo, l'apostolo cita un inno forse
già noto alle comunità cristiane: Cristo appare come modello di
una povertà radicale (perché da Dio si fece uomo) e di una
ubbidienza estrema (fino alla morte in croce). Condanna poi chiaramente l'azione
di falsi missionari che minacciano la fede, cioè dei giudaizzanti
più o meno fanatici. Di fronte a loro egli non teme di elencare i propri
titoli di Ebreo genuino e zelante, ma per affermare subito di avere rinunziato a
tutti quei privilegi per credere in Cristo. Nelle informazioni Paolo parla bene
e diffusamente dei suoi compagni; nelle esortazioni fa riferimento a persone
precise e dà indicazioni generali (per esempio, il famoso invito a
cogliere tutto ciò che è vero, buono, giusto...). In altri casi
l'apostolo si sente orgoglioso di non ricevere nulla da nessuno; qui invece si
mostra contento di accettare anche aiuti materiali, ringrazia calorosamente e
rinnova sentimenti particolarmente
affettuosi.
Primi lettori
Sono i cristiani di Filippi che
appartengono alla prima comunità che Paolo ha fondato sul suolo europeo
(vedi Atti 16). I loro rapporti sembrano essere stati eccezionalmente cordiali e
amichevoli. Più volte essi si sono presi cura di lui mentre si trovava in
difficoltà ed egli si è lasciato aiutare. Ora, durante la
prigionia, il soccorso gli è venuto da uno di loro, Epafrodito, che si
è prodigato con grande generosità. Paolo non si limita a
ringraziare: insieme a Timòteo invia notizie, insegna che la fede si
può e si deve vivere anche nelle tribolazioni, esorta alla fermezza,
propone Cristo come modello, raccomanda più volte la costanza, l'accordo,
l'impegno. Il tutto in un contesto di calorosa e sincera amicizia: per questo i
saluti e gli auguri sono più insistenti che
altrove.
Autore
In questa lettera Paolo parla molto di sé e della sua situazione. Scrive dal
carcere (1,7.13.14.17): probabilmente si trova a Efeso, nell'anno 53 d.C. Quasi
con stupore dice di avere sperimentato e compreso una realtà che deve
essere nuova per lui, e cioè che l'azione non è sempre la maniera
più importante e più efficace di essere cristiano; più
preziosa invece è l'unione con Cristo. Nessuno e nessuna
difficoltà gliela può togliere. Anzi, la stessa morte eventuale
non sarebbe una perdita bensì un guadagno... Egli non ha più
paura. Perciò è in grado di testimoniare e di diffondere il
vangelo anche in catene. E con lui altri credenti hanno raggiunto questa
maturità e questo coraggio: alcuni di questi sembra che appartengano
all'ambito della prigione imperiale. Parlando dei suoi avversari, Paolo è
come sempre severo e realista, qui però non è esasperato. Prevale
infatti un'atmosfera di profonda serenità che tuttavia non è
rassegnazione passiva; tanto è vero che nella lettera l'esistenza
cristiana è descritta come continua tensione verso un traguardo ancora
non raggiunto e come costante attesa del Signore. Al termine, l'apostolo si
dilunga nei ringraziamenti per gli aiuti
ricevuti.
Schema
- Indirizzo, saluto, ringraziamento 1,1-14
- La
situazione di Paolo 1,12-26
- il coraggio di una
vita simile a quella di Cristo 1,27-18
- Timoteo
ed Epafrodito: due fedeli compagni 2,19-30
- Gli
avversari:
Paolo si confronta con loro
3,1-10
- Tensione verso il futuro
3,11-21
- Raccomandazioni e ringraziamenti
4,1-20
- Saluti finali 4,21-23
LETTERA AI FILIPPESI
CAPITOLO 1
SALUTI
1 Paolo e
Timòteo, servitori di Gesù Cristo, scrivono a tutti voi della
comunità cristiana di Filippi, compresi vescovi e diaconi.
2 Dio, nostro Padre e Gesù Cristo, il
Signore, diano a voi grazia e pace.
PAOLO PREGA PER LA COMUNITÀ DI FILIPPI
3 Ogni volta che mi ricordo di
voi ringrazio il mio Dio.
4-5 Con gioia prego
per voi, perché dal primo giorno fino a oggi mi avete aiutato a
diffondere il messaggio del vangelo.
6 Io sono
sicuro che Dio, il quale ha iniziato in voi un buon lavoro lo condurrà a
termine per il ritorno di Gesù Cristo.
7
E' giusto che io pensi così di voi, perché vi porto sempre nel
cuore. Infatti voi tutti partecipate con me alla grazia che Dio mi ha concesso,
grazia di difendere fermamente l'annunzio di Cristo, sia quando ero libero sia
ora che sono in prigione
8 Dio mi è
testimone del grande affetto che ho per tutti voi, fondato nell'amore di
Gesù Cristo.
9 Ed ecco ciò che
chiedo a Dio per voi: che il vostro amore aumenti sempre di più in
conoscenza e in sensibilità,
10 in modo
che sappiate prendere decisioni giuste. Così, nel giorno in cui Cristo vi
giudicherà, risulterete senza colpe e non si potrà dire nulla
contro di voi.
11 Sarete trovati ricchi di opere
buone, quelle che Gesù Cristo compie in voi per la gloria e l'onore di
Dio.
CRISTO E' LA MIA VITA
12 Desidero che sappiate
questo, fratelli: la situazione in cui mi trovo ha giovato alla diffusione del
vangelo.
13 Nel palazzo del governatore e fuori,
tutti ora sanno che io sono in prigione per la causa di Cristo.
14 La maggioranza dei fratelli ha acquistato una
fiducia più grande nel Signore proprio perché io sono in carcere,
e annunziano la parola di Dio con più decisione e senza paura.
15 Alcuni, è vero, predicano Cristo solo
per gelosia e in polemica con me; ma gli altri lo fanno con sincerità.
16 Questi, per amore, sapendo che mi trovo qui
per difendere la parola del Signore;
17 quelli,
invece, spinti da invidia, non annunziano Cristo con sincerità e pensano
di aggravare le mie sofferenze ora che sono in prigione.
18 Ma che importa? In ogni modo, o per invidia o
con sincerità, Cristo è annunziato. Di questo sono contento e
continuerò a esserlo.
19 So che quanto mi
accade servirà per il mio bene, perché voi pregate per me e lo
Spirito di Gesù Cristo mi aiuta.
20 Per
questo aspetto con impazienza, e spero di non vergognarmi, ma di saper parlare
con piena franchezza. Anzi ho piena fiducia che, ora come sempre, Cristo
agirà con potenza servendosi di me, sia che io continui a vivere sia che
io debba morire.
21 Per me infatti il vivere
è Cristo e il morire un guadagno.
22 Ma
se la mia vita può ancora essere utile al mio lavoro di apostolo, non so
che cosa scegliere.
23 Sono spinto da opposti
desideri: da una parte desidero lasciare questa vita per essere con Cristo, e
ciò sarebbe certamente per me la cosa migliore!;
24 dall'altra, è molto più utile
per voi che io continui a vivere.
25 Convinto di
questo, so che resterò e continuerò a rimanere con voi tutti per
aiutarvi ancora, e perché proviate quella gioia che viene dalla fede.
26 Così avrete un motivo di più
per lodare Gesù Cristo, a causa del mio ritorno tra
voi.
FERMEZZA NELLA LOTTA
27 In ogni caso vivete la vostra vita
comunitaria in modo degno, secondo il messaggio del vangelo di Cristo.
Può darsi che io possa venire da voi e vedervi, oppure che io debba solo
avere vostre notizie da lontano; comunque mi auguro di sentire che siete uniti
saldamente in un medesimo spirito e che lottate in pieno accordo per la fede che
nasce dal messaggio di Cristo.
28 Non lasciatevi
mai spaventare dagli avversari. Questo vostro coraggio sarà per loro la
prova evidente che stanno andando in rovina; per voi, invece, sarà la
prova della vostra salvezza. E tutto questo viene da Dio.
29 Egli non soltanto vi ha resi capaci di
credere in Cristo, ma anche di soffrire per lui.
30 State infatti sostenendo quello stesso
combattimento in cui mi avete visto impegnato e che, come sapete, sostengo
tuttora.
CAPITOLO
2
UMILTÀ E GRANDEZZA DI CRISTO
1 Se è vero che Cristo
vi chiama ad agire, se l'amore vi dà qualche conforto, se lo Spirito
Santo vi unisce, se è vero che tra voi c'è affetto e
comprensione...
2 rendete completa la mia gioia.
Abbiate gli stessi sentimenti e un medesimo amore. Siate concordi e unanimi!
3 Non fate nulla per invidia e per vanto, anzi,
con grande umiltà, stimate gli altri migliori di voi.
4 Badate agli interessi degli altri e non
soltanto ai vostri.
5 I vostri rapporti
reciproci siano fondati sul fatto che siete uniti a Cristo
Gesù.
6 Egli era come
Dio
ma non conservò
gelosamente
il suo essere uguale a
Dio.
7 Rinunziò a
tutto:
diventò come un servo,
fu uomo tra gli
uomini
e visse conosciuto come uno di
loro.
8 Abbassò se
stesso,
fu obbediente fino alla morte,
alla morte di
croce.
9 Perciò Dio lo ha innalzato
sopra tutte le
cose
e gli ha dato il nome più grande.
10 Perché in onore di
Gesù,
in cielo, in terra e sotto terra,
ognuno pieghi le
ginocchia,
11 e per la gloria di Dio Padre,
ogni lingua proclami:
Gesù Cristo è il
Signore.
TESTIMONI DELLA FEDE
12 Miei cari, quand'ero tra voi, mi avete
sempre ubbidito. Ubbiditemi ancora, soprattutto ora che sono lontano: datevi da
fare per la vostra salvezza con grande umiltà,
13 perché è Dio che opera in voi;
nella sua bontà, egli vi rende capaci non soltanto di volere ma anche di
agire. Questa è la sua volontà.
14
Fate ogni cosa senza lamentarvi e senza tante discussioni.
15 Sarete così autentici figli di Dio e
vivrete senza colpa e con semplicità in un mondo di uomini perversi e
malvagi. In mezzo a loro risplendete come stelle nel cielo,
16 e tenete alta la parola che dà vita.
Quando Cristo verrà, potrò allora essere fiero di non essermi
stancato e affaticato inutilmente.
17 Forse
dovrò aggiungere il sacrificio della mia vita al sacrificio che la vostra
fede offre a Dio. Io ne sono contento e vi comunico la mia gioia.
18 Rallegratevi anche voi e siate contenti con
me.
TIMOLEO ED EPAFRODITO
19 Se il Signore Gesù
lo vuole, spero di mandarvi presto Timòteo e di ricevere vostre notizie,
e ciò sarà per me di grande conforto.
20 Infatti nessuno come lui condivide il mio
modo di vedere e, nessuno come lui, si preoccupa tanto sinceramente di voi.
21 Tutti gli altri, purtroppo, cercano i propri
interessi, non quelli di Gesù Cristo.
22
Ma Timòteo, come sapete, ha dato buona prova di sé: come un figlio
aiuta suo padre, egli ha collaborato con me alla diffusione del messaggio di
Cristo.
23 Spero dunque di mandarvelo appena
avrò visto come si mettono le mie cose.
24 Anzi, per la fiducia che ho nel Signore,
credo di potere presto venire io stesso.
25
Intanto ho pensato bene di rimandarvi Epafrodito, mio collaboratore e mio
compagno di lotta, che è per me un fratello. Lo avevate mandato
perché mi fosse di aiuto,
26 ma ora egli
ha grande nostalgia di voi tutti ed è preoccupato perché avete
saputo che era ammalato.
27 E' stato molto grave
e quasi in punto di morte; ma Dio ha avuto compassione di lui, e non soltanto di
lui, ma anche di me per non aggiungermi tristezza a tristezza.
28 Mi sono dunque affrettato a farlo partire
perché vi rallegriate nel rivederlo, e anch'io non sia più
preoccupato.
29 Accoglietelo dunque con grande
gioia, come un fratello nel Signore, e abbiate grande stima di uomini come lui,
30 perché ha sfiorato la morte lavorando
per Cristo. Egli infatti ha rischiato la vita per portare quell'aiuto che voi
stessi non potevate dare.
CAPITOLO
3
GUADAGNI E PERDITE DI PAOLO
1 Del resto, fratelli miei,
rallegratevi perché siete uniti al Signore. Torno a ripetervi quanto vi
ho già detto: a me non costa fatica ed è meglio per voi.
2 Guardatevi da quei cani, quei falsi missionari
che minacciano la fede con il legassimo della circoncisione.
3 Siamo noi che abbiamo la vera circoncisione:
noi che serviamo Dio guidati dal suo Spirito, noi che siamo fieri di appartenere
a Cristo e non basiamo la nostra sicurezza su valori che sono soltanto umani.
4 Eppure, volendo, anch'io potrei vantarmi di
queste cose più di chiunque altro.
5 Sono
stato circonciso otto giorni dopo la nascita, sono un vero Israelita, appartengo
alla tribù di Beniamino, sono un Ebreo discendente di Ebrei, ho ubbidito
alla legge di Mosè con lo scrupolo del fariseo,
6 fui zelante fino al punto di perseguitare la
Chiesa, mi consideravo giusto perché seguivo la legge in modo
irreprensibile.
7 Ma tutte queste cose che prima
avevano per me un grande valore, ora che ho conosciuto Cristo, le ritengo da
buttar via.
8 Tutto è una perdita di
fronte al vantaggio di conoscere Gesù Cristo, il mio Signore. Per lui ho
rifiutato tutto questo come cose da buttar via per guadagnare Cristo,
9 per essere unito a lui nella salvezza. Questa
salvezza non viene dall'ubbidienza alla legge, ma si ottiene per mezzo della
fede in Cristo, e che Dio dà a coloro che credono.
10 Voglio solo conoscere Cristo e la potenza
della sua risurrezione. Voglio soffrire e morire in comunione con lui,
11 per giungere anch'io alla risurrezione dei
morti.
VERSO IL TRAGUARDO
12 Io non sono ancora arrivato al
traguardo, non sono ancora perfetto! Continuo però la corsa per tentare
di afferrare il premio, perché anch'io sono stato afferrato da Cristo
Gesù.
13 Fratelli miei, io non penso
davvero di avere già conquistato il premio. Faccio una cosa sola:
dimentico quel che sta alle mie spalle e mi slancio verso quel che mista
davanti.
14 Continuo la mia corsa verso il
traguardo per ricevere il premio della vita alla quale Dio ci chiama per mezzo
di Gesù Cristo.
15 Tutti noi, che siamo
maturi nella fede, comportiamoci in questo modo. Se invece qualcuno di voi la
pensa diversamente, Dio lo illuminerà.
16
Intanto, dal punto al quale siamo giunti, continuiamo ad andare avanti come
abbiamo fatto finora.
17 Fratelli miei, fate
come me, guardate a quelli che seguono il nostro esempio.
18 E' vero, non pochi si comportano come nemici
della croce di Cristo. Ve l'ho già detto più volte e ve lo ripeto
ancora tra le lacrime.
19 Per questa gente il
ventre è il loro dio, ma stanno camminando verso la rovina. Si vantano di
cose vergognose e pensano soltanto alle soddisfazioni di questo mondo.
20 Noi invece, cittadini del cielo, è di
là che aspettiamo il nostro Salvatore, Gesù Cristo, il Signore.
21 Egli, con il potere che ha di sottomettere
l'universo, trasformerà il nostro misero corpo mortale e lo
renderà somigliante al suo corpo
glorioso.
CAPITOLO
4
1 Fratelli miei carissimi, ho tanto desiderio
di rivedervi! Voi siete per me motivo di gioia e di orgoglio: riman ete
saldamente uniti al Signore.
ESORTAZIONI VARIE
2 Raccomando molto a Evòdia e
Sintiche di vivere in pieno accordo tra di loro secondo la volontà del
Signore.
3 E prego anche te, mio caro compagno
di lavoro, di aiutarle. Esse hanno lottato con me per la diffusione del
messaggio del vangelo, insieme con Clemente e gli altri collaboratori, i cui
nomi sono scritti nel libro della vita.
4 Siate
sempre lieti perché appartenete al Signore. Lo ripeto, siate sempre
lieti.
5 Tutti gli uomini vedano la vostra
bontà. Il Signore è vicino!
6 Non
angustiatevi di nulla, ma rivolgetevi a Dio, chiedetegli con insistenza
ciò di cui avete bisogno e ringraziatelo.
7 E' la pace di Dio, che è più
grande di quanto si possa immaginare, terrà i vostri cuori e i vostri
pensieri uniti a Cristo Gesù.
8 Infine,
fratelli, prendete in considerazione tutto quel che è vero, buono,
giusto, puro, degno di essere amato e onorato; quel che viene dalla virtù
ed è degno di lode.
9 Mettete in pratica
quel che avete imparato, ricevuto, udito e visto in me. E Dio, che dà la
pace, sarà con voi.
PAOLO RINGRAZIA I FILIPPESI PER L'AIUTO RICEVUTO
10 Ancora una volta mi avete
aiutato concretamente. Me ne sono molto rallegrato, come di un dono che viene
dal Signore. E' vero che vi siete sempre occupati di me, ma finora vi era
mancata l'occasione di dimostrarlo.
11 Non dico
questo perché mi trovi in miseria; ho imparato infatti a bastare a me
stesso in ogni situazione.
12 So essere povero,
so essere ricco. Ho imparato a vivere in qualsiasi condizione: a essere sazio e
ad aver fame, a trovarmi nell'abbondanza e a sopportare la miseria.
13 Posso far fronte a tutte le difficoltà
perché Cristo me ne dà la forza.
14 Avete fatto bene, comunque, a dimostrarmi la
vostra solidarietà nella difficile circostanza in cui mi trovo.
15 Voi di Filippi, lo sapete bene: quando
lasciai la Macedonia e cominciai a diffondere altrove il messaggio del vangelo,
soltanto voi, e nessun'altra comunità, vi siete fatti miei compagni nei
guadagni e nelle perdite.
16 Anche a Tessalonica
mi mandaste, più di una volta, il necessario di cui avevo bisogno.
17 E' chiaro però che non cerco regali:
cerco piuttosto frutti che tornino a vostro vantaggio.
18 Ora che Epafrodito mi ha portato quel che voi
mi avete mandato, non ho più bisogno di nulla. Anzi, ho più del
necessario. Il vostro dono è un'offerta gradita, è come il profumo
di un sacrificio che Dio accoglie volentieri.
19
Il Dio che servo vi darà generosamente tutto quel che vi occorre. Per
mezzo di Gesù Cristo vi farà partecipare alla sua gloria.
20 A Dio nostro Padre sia gloria, sempre.
Amen.
SALUTI FINALI
21 Nel nome di Cristo salutate, a uno a
uno, tutti i fratelli della comunità.
22
Vi salutano tutti i fratelli che sono con me, specialmente quelli che lavorano
alle dipendenze dell'imperatore romano.
23 La
grazia del Signore Gesù Cristo sia con voi.